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OPERA PRIMA

 

 

La notte cerca invano la tua voce
Nel silenzio lugubre, nella solitudine della casa vuota.
Una domenica ventosa d’incipiente novembre,
un altro tempo t’invoca.
Attraversa lo spazio inerte in cui io ti chiedo muta e piena di una ineffabile tristezza,
l’ombra gelida del tuo viso,
come un contorno fantasma che mi guarda.
Sorride, ma non parla; 
contempla passeggera,
si allontana da me, 
mi abbandona…
Non rimane più, lei parte presta,
come una nuvola grigia, vola, eterea,
alle braccia altre che l’ aspettano tanto,
al suo nuovo amore,
uno vero, uno sincero.

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